
AMICI di
ABUNA VINCENT
ONLUS
FESTEGGIANDO
80 ANNI DI PROFESSIONE RELIGIOSA
70 ANNI DI SACERDOZIO
NOTIZIE DAL SUDAN
Carissimi lettori di «Ragazzi nella Tempesta», mi sentirei in colpa se non dessi qualche notizia della guerra fratricida in Sudan dove ho vissuto per 28 anni prima di essere trasferito in Kenya, a Marsabit. Noi Salesiani in Sudan abbiamo una grande scuola tecnica con oltre trecento allievi ma, a causa della guerra, la scuola è chiusa da mesi. Uno dei primi bombardamenti l’ha distrutta quasi completamente. Secondo l’allarme lanciato dalle Nazioni Unite la guerra in Sudan ha già falciato milioni di vite e creato la più grande crisi di sfollati del mondo. Questa catastrofe rischia di diventare la più grande crisi alimentare al mondo. Venti anni fa, ci fu la grande crisi alimentare del Darfur e il mondo si mobilitò per rispondere. Oggi però il popolo sudanese è stato dimenticato, milioni di vite periranno se non li salviamo provvedendo loro del cibo... Oggi oltre 25 milioni di persone in Sudan e Sud Sudan sono stretti da una spirale sempre peggiore di insicurezza alimentare. Le Nazioni Unite non sono in grado di fornire sufficiente assistenza alimentare alle comunità del Sudan intrappolate dai combattimenti. Oggi più del 90 per cento delle persone che vivono in Sudan sono bloccate in aree inaccessibili per ricevere aiuti alimentari. A un anno dall’inizio del conflitto in Sudan ci sono più di sei milioni di sfollati, circa il 65% della popolazione non ha accesso all’assistenza sanitaria perché molte strutture ospedaliere, nelle aree coinvolte nei combattimenti, non sonofunzionanti. Sono passati oltre 300 giorni dall’inizio della guerra in Sudan, una guerra che è entrata anche negli ospedali. Il conflitto ha portato alla chiusura dell’80% delle strutture sanitarie del Paese. In quelle ancora funzionanti manca il personale perché fuggito oltre confine e inoltre molte apparecchiature sono state distrutte. Al momento non ci sono segni che questa vergognosa guerra tra fratelli della stessa tribù possa terminare e si arrivi alla pace. Da parte nostra cerchiamo con tutti i mezzi a disposizione di mandare almeno qualche aiuto alimentare per sfamare specialmente i bambini e le loro mamme. Chiediamo il vostro fraterno aiuto per continuare questa opera di carità altrimenti migliaia di bambini moriranno di fame.
Giacomo Comino, missionario salesiano
LETTERA DI PASQUA
Cari AMICI e BENEFATTORI,
si avvicina la festa di PASQUA e sento il dovere di rivolgervi la nostra gratitudine riconoscente e gli AUGURI di una FELICE e SANTA PASQUA. La Pasqua è la festa della "Resurrezione" di Gesù. Una festa di gioia e di amore che si esprime specialmente nell’aiutare ,attraverso piccoli gesti, chi è meno fortunato di noi.
FELICE PASQUA! La bella notizia è che le lotte tribali finalmente sono cessate e stiamo vivendo un periodo di pace, ma purtroppo stiamo vivendo un’altra triste realtà: Sono più di sei mesi che non piove, non solo gli animali muoiono di sete ma circa quattro milioni di persone soffrono la fame e la sete, nessuno sa quante persone sono già morte. Inoltre quasi un milione di bambini e circa centomila donne incinte o anziane sono denutrite. In Italia durante la quaresima i cattolici fanno la Via Crucis in chiesa ma per la gente della nostra regione arida per la mancanza di acqua, ogni giorno è una Via Crucis senza fine. Nonostante questa situazione difficile, da parte nostra cerchiamo di portare avanti il nostro lavoro con l’insegnamento di un mestiere per preparare i giovani ad un futuro migliore.
BUONA PASQUA! La Pasqua ci dona la speranza fatta di pianti e di attese, di lotte e di soste senza rassegnazione, di angosce e di lacrime che il Signore un giorno tergerà. Il Signore ,attraverso la croce, ci fa comprendere, in ogni istante della nostra vita che un giorno risorgeremo con Lui . Pasqua, significa “passaggio” dalla morte alla vita, dal presente al futuro eterno. È un messaggio di speranza, di rinascita, di nuovi orizzonti. Per questo la Pasqua è festa di vera liberazione. Quella tomba vuota ci dice che Gesù è Risorto e lo troviamo lungo le strade della nostra vita quotidiana.
BUONA PASQUA! La vita, tante volte, sembra fatta apposta per rimpicciolire le nostre speranze. Succede a tutti di ridurre a poco a poco l’orizzonte del proprio futuro. E’ successo anche a Maria di Magdala, anche lei aveva finito di rinunciare alla speranza di incontrare il suo amato Gesù. Se crediamo, anche i nostri occhi potranno vedere quello che non sognavamo più di vedere, credere nella resurrezione di Gesù. La Resurrezione di Gesù è una voce silenziosa come la fede. Pietro vide solo dei teli per terra, senza nessuno. Chi ama passa dalla morte alla vita. Questo è ciò che dovrebbe dirci la Pasqua. Cristo Risorto ci dona luce e forza ogni giorno, Il Signore è veramente risorto e ogni giorno risorge in ogni svolta della nostra vita. Credere nella resurrezione è sapere che il nostro amare non è inutile, ma sarà raccolto goccia a goccia e vissuto per sempre.
I miei AUGURI, uniti a quelli delle nostra comunità dei salesiani e bambini e giovani della nostra scuola, si fanno preghiera per voi e i vostri cari.
Giacomo Comino - Missionario Salesiano



TESTIMONI DEL SIGNORE TRA I GIOVANI AFRICANI
Nel 1986 ero missionario salesiano in Corea del Sud e ho conosciuto brother Jim Comino vivendo nella stessa comunità, a Seoul, prima della sua partenza per l’Africa. In Corea ho anche incontrato due volte Don Vincenzo Donati quando era invitato dai suoi ex allievi di Gwangju per raccogliere i fondi per la sua missione. E sono stato contento, quando il Rettor Maggiore mi ha chiesto nel 2022 di fare la visita straordinaria nell’Ispettoria dell’Africa Est, dove vivono questi due bravi anziani missionari. Nella comunità di Nairobi “Bosco Boys” ho speso diversi giorni nella grande comunità con Don Vincenzo. Con lui vivono anche i nostri 21 giovani candidati, che si preparano al noviziato nel 2023, provenienti da Kenya, Tanzania e Sudan del Sud. Ci sono anche molti giovani coadiutori che frequentano l’Università Cattolica ed anche cinque confratelli che lavorano per i ragazzi di strada. Don Vincenzo è sempre primo in chiesa per la preghiera; puntuale ogni giorno a dare la mano ai ragazzi dopo la preghiera o dopo la Messa. Questa abitudine di salutare uno per uno, ce l’ha ... dagli ultimi 60 anni! Ma la mia sorpresa più grande era di vederlo con alcuni ragazzi della banda musicale. Quel piccolo video è andato virale in Corea, nessuno ci crede che alla sua età di 94 anni è ancora possibile dirigere la banda.
Nella piccola comunità salesiana del Don Bosco di Marsabit, ho vissuto quattro giorni con brother Jim Comino, che offre alloggio anche a tanti studenti nei CFP, provenienti dai villaggi molto poveri. A Marsabit mi ha colpito lo spirito di preghiera, specialmente il Rosario davanti alla grotta della Madonna, che è stata allestita grazie all’iniziativa di brother Jim proprio nel maggio di quest’anno. L’esempio di preghiera personale e creazione dell’ambiente fa maturare la fede dei giovani discepoli di Gesù a Marsabit, vicino al semideserto del Kenya.
Tutti e due questi missionari, molto benemeriti, sono avanti negli anni ma continuano a dare il meglio nella testimonianza e nel coinvolgimento nella missione, fino alla fine. Come bravi intraprendenti missionari italiani hanno non solo costruito tante strutture delle nostre opere educative o sociali, ma anzitutto hanno fatto crescere la vita di tanti giovani al margine della società; hanno ispirato la vita e la fede di tanti Cristiani e non, con la loro umile testimonianza
quotidiana piena di gioia.
Negli ultimi 20 anni ho dovuto visitare quasi 100 paesi dove vivono a lavorano nostri confratelli salesiani, in tutti i 5 continenti e sperimento, ogni giorno, come cambia la ‘faccia’ della Congregazione salesiana. Infatti quest’anno tra i 420 novizi salesiani del mondo intero quasi 200 provengono dalla Regione Africa-Madagascar. Allora è chiaro come sono importanti i modelli missionari in queste terre, dove il carisma salesiano non ha ancora messo le radici profonde. L’esempio, modello di Don Vincenzo fa pensare. Alla scuola salesiana di Gwangju (Corea del Sud), dove Don Donati è stato catechista per quasi 20 anni (1962-1982), gli ex allievi hanno donato recentemente un piccolo ‘monumento’ che ricorda la sua mano aperta a tutti quelli che entrano nella scuola alla mattina.
Il migliore regalo che potrete fare a Gesù quest’anno è la preghiera o qualche piccolo sacrificio per le buone e sante vocazioni di salesiani nel mondo, soprattutto nell’Africa dove cresce oggi quasi la metà dei futuri figli di Don Bosco.
Grazie!
Václav Klement, sdb
Visitatore straordinario del Rettor Maggiore


Vi ricordate che sul numero 77 – Natale 2020 di “Ragazzi nella Tempesta” vi avevamo raccontato di aver trivellato due pozzi alla profondità di circa 300 metri e di aver trovato l’acqua? Purtroppo, la portata del getto d’acqua si è rivelata ben presto poca cosa e ci siamo trovati nella necessità di cercare ancora nuove falde. Un altro geologo è venuto ad esaminare il nostro terreno e ci ha garantito che alla profondità di circa 520 metri c’era acqua abbondante. In un baleno la notizia si è sparsa per i villaggi circostanti, ma tutti, compreso il vescovo dicevano di non poter spendere altri soldi perché avevamo trivellato già diversi pozzi senza successo! Ma io non volevo arrendermi e fiducioso nelle parole di Don Bosco: «Siate devoti della Madonna e vedrete miracoli”, ho radunato i nostri ragazzi, con fede abbiamo sepolto nel terreno una medaglietta di Maria Ausiliatrice e abbiamo pregato il Rosario. Non è stato facile trovare una compagnia che potesse trivellare fino a 520 metri, solo una compagnia indiana di Nairobi poteva arrivare a quella profondità. Ci ha presentato il preventivo per lo scavo del pozzo ma era talmente elevato che ci sembrava impossibile poter trovare quella somma. Di nuovo con i nostri giovani ci siamo affidati alla preghiera e ho chiesto aiuto alla Fondazione Opera Don Bosco Onlus, che generosamente ci ha sostenuto in questo progetto e anche per l'avvio di un progetto agricolo in favore dei giovani.
Abbiamo iniziato a trivellare il terzo pozzo e arrivati alla profondità di 400 metri non c'era neanche una goccia d'acqua; molti scrollavano la testa e ci dicevano di non continuare a trivellare perché era inutile, ma noi fiduciosi nell'aiuto di Maria Ausiliatrice abbiamo continuato a trivellare e arrivati a 500 metri (mezzo chilometro) di profondità, un primo zampillo d'acqua è sgorgato dallo scavo. Il geologo ci ha suggerito di continuare a scavare e arrivati alla profondità di 520 metri è venuto fuori un forte getto d’acqua. Indescrivibile la nostra gioia e quella dei nostri giovani: ci siamo presi par mano e, danzando, abbiamo cantato lodi di ringraziamento alla Madonna; l’abbiamo ringraziata per avere risposto al nostro appello. Così, grazie all'aiuto della Fondazione Opera Don Bosco Onlus di Milano e la benedizione del Cielo abbiamo avuto il miracolo dell’acqua che oggi chiamiamo: “Acqua miracolosa della Madonna”. Anche oggi la promessa di Don Bosco: "Siate devoti della Madonna e vedrete miracoli!" si è avverata; basta avere fede!
Giacomo Comino, Missionario Salesiano